Le statine possono prevenire o ritardare lo sviluppo di resistenza verso gli inibitori specifici per il virus dell'epatite C


Le statine sono inibitori della 3-idrossi-3-metilglutaril coenzima A ( HMG-CoA ) reduttasi, utilizzati per il trattamento dell'ipercolesterolemia. E' stato recentemente riportato che le statine inibiscono in vitro la replicazione dell’RNA del virus dell'epatite C ( HCV ).

E’ stato osservato che la Mevastatina e Simvastatina ( Zocor ) presentano in vitro la più forte attività anti-HCV; la Lovastatina ( Tavacor ) e Fluvastatina ( Lescol ) hanno moderati effetti inibitori, e Pravastatina ( Selectin ) è priva di effetto antivirale.

Una combinazione di statine con Interferone-alfa, o con gli inibitori della polimerasi NS5B o della proteasi NS3, produce un’attività antivirale additiva a breve termine ( 3 giorni ) nei test antivirali.

E’ stato osservato che né le statine, ad una concentrazione maggiore di 5 volte la concentrazione media efficace ( EC50 ), né gli inibitori della proteasi, polimerasi, o I’Interferone-alfa, a concentrazioni maggiori di 10 o 20 volte il valore di concentrazione media efficace, erano in grado di liberare le cellule dai repliconi dopo 4 o 6 passaggi consecutivi di pressione antivirale.

Tuttavia, la combinazione tra gli inibitori delle polimerasi o proteasi del virus dell’epatite C e Mevastatina o Simvastatina ha prodotto un’efficiente clearance delle colture cellulari dal loro replicone.

In esperimenti con la formazione di colonie, la Mevastatina ha ridotto la frequenza o impedito la selezione di repliconi del virus dell’epatite C resistenti all’inibitore non-nucleosidico HCV-796.

In conclusione, la combinazione di inibitori specifici del virus dell’epatite C con statine può produrre un più marcato effetto antivirale e può ritardare o impedire lo sviluppo di resistenza nei confronti di questi inibitori. ( Xagena_2009 )

Delang L et al, Hepatology 2009; 50: 6-16



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