Harvoni, una combinazione di Ledipasvir e di Sofosbuvir, nel trattamento dell’epatite C


Harvoni ( Ledipasvir 90 mg e Sofosbuvir 400 mg ) per il trattamento delle infezioni da virus dell'epatite C ( HCV ) di genotipo 1 e 4 nei pazienti adulti è disponibile in Italia in regime di rimborsabilità.
Il trattamento è basato su una sola compressa ( STR – Single Tablet Regimen ) da assumere una volta al giorno, per 8, 12 o 24 settimane, a seconda del genotipo o delle caratteristiche del paziente.

L’azione combinata dei due principi attivi Sofosbuvir e Ledipasvir permette di bloccare rapidamente la replicazione virale e di abbattere la viremia, in una percentuale media di casi superiore al 90%.

Ledipasvir e Sofosbuvir combina l’inibitore di NS5A Ledipasvir con l’analogo nucleotidico, inibitore dell’RNA polimerasi, Sofosbuvir, approvato dalla Commissione Europea con il nome commerciale Sovaldi nel gennaio 2014.
L’azione combinata dei due farmaci consente una rapida inibizione della replicazione virale che si traduce, nella quasi totalità dei pazienti, nell’eradicazione dell’infezione.

L’innovatività di Harvoni consiste nell’estrema semplificazione dello schema terapeutico e soprattutto nell’applicabilità della cura a tutte le tipologie di pazienti con epatite C inclusi i pazienti decompensati e quelli con trapianto d’organo.
Infatti, aver unito in una sola compressa da assumere una volta al giorno le due molecole necessarie alla cura dell’infezione, contribuisce a un deciso miglioramento nell’aderenza alla terapia.
Questo, insieme alla breve durata del trattamento, da 8 a 24 settimane, e ai pressoché assenti effetti collaterali, si traduce in alte percentuali di successo con evidente beneficio clinico per il paziente.

Gli studi di fase 3 ( ION-1, -2, -3, -4, oltre 2200 pazienti analizzati ) hanno consentito la registrazione di Harvoni da parte della FDA ( Food and Drug Admistration ) negli Stati Uniti e successivamente da parte dell' EMA ( European Medicine Agency ) nell'Unione Europea.

Negli studi clinici della serie ION sono stati inclusi pazienti naïve, pazienti che avevano fallito precedenti terapie ( incluse quelle a base di inibitori della proteasi ), pazienti cirrotici e non-cirrotici, e pazienti con co-infezione da HIV.

La combinazione Ledipasvir e Sofosbuvir ha mostrato tassi elevati di SVR12 ( risposta virale sostenuta a 12 settimane fino al 99% ), sia nei pazienti naïve al trattamento ( mai esposti al trattamento ), che nei pazienti pre-trattati ( che hanno già avuto un precedente trattamento ), con infezione cronica da genotipo 1 negli studi ION 1-3.
I tassi di risposta virologica erano sovrapponibili nei sottogruppi di pazienti analizzati, inclusi quelli con fattori prognostici negativi.
Nei pazienti con co-infezione da HIV di genotipo 1 e 4, un regime di 12 settimane con Ledipasvir e Sofosbuvir ha mostrato una efficacia globale del 96%.

Importanti informazioni, giunte da ulteriori studi di fase 2, hanno considerato tipologie particolari di pazienti, come ad esempio quelli con malattia epatica avanzata o post-trapianto.
In particolare, lo studio SOLAR-1 ha valutato l’efficacia e la sicurezza di Harvoni in associazione a Ribavirina in soggetti con cirrosi scompensata ( classi di Child B e C ) HCV-correlata e pazienti che avevano subito un trapianto epatico.
I tassi di SVR12, sono stati dell’86-89% nei pazienti con cirrosi scompensata e del 96-98% nei pazienti trapiantati, senza cirrosi o con cirrosi compensata. ( Xagena_2015 )

Fonte: Gilead, 2015

Xagena_Medicina_2015