Epatite B cronica trattata con terapia nucleosidica o nucleotidica: incidenza del carcinoma epatocellulare
I pazienti affetti da epatite B cronica sono ad aumentato rischio di carcinoma epatocellulare. L'effetto a medio termine della terapia con analoghi nucleosidici o nucleotidici sull’incidenza del carcinoma epatocellulare non è chiaro; è stata quindi svolta una ricerca che ha passato sistematicamente in rassegna tutti i dati di incidenza del carcinoma epatocellulare provenienti da studi condotti in pazienti con epatite B cronica trattati con analoghi dei nucleosidi o dei nucleotidi.
È stata effettuata una revisione della letteratura per identificare gli studi di pazienti con epatite B cronica trattati con analoghi dei nucleosidi o dei nucleotidi per un periodo di 24 mesi o più.
I criteri di inclusione nella revisione sono stati soddisfatti da 21 studi, che comprendevano 3881 pazienti trattati e 534 pazienti non-trattati.
Il carcinoma epatocellulare è stato diagnosticato, rispettivamente, nel 2.8% e 6.4% dei pazienti trattati e non-trattati nel corso di un periodo di 46 mesi ( p=0.003 ), nel 10.8% e 0.5% dei pazienti naive al trattamento nucleosidico o nucleotidico con e senza cirrosi ( p<0.001 ) e nel 17.6% e 0% dei pazienti con resistenza alla Lamivudina ( Epivir ) con e senza cirrosi ( p<0.001 ).
Il carcinoma epatocellulare si è sviluppato meno frequentemente nei pazienti naive al trattamento nucleosidico o nucleotidico rispetto a quelli senza remissione virologica ( 2.3% versus 7.5%; p<0.001 ), ma non vi è stata alcuna differenza tra i pazienti con resistenza alla Lamivudina o senza risposta virologica al trattamento di salvataggio ( 5.9% versus 8.8%; p=0.466 ).
In conclusione, i pazienti con epatite cronica B che ricevono terapia a medio termine con analoghi nucleosidici o nucleotidici hanno avuto un’incidenza di carcinoma epatocellulare significativamente più bassa rispetto ai pazienti non-trattati, ma il trattamento non ha eliminato completamente il rischio di sviluppare la neoplasia.
Tra i pazienti trattati, cirrosi, HBeAg negativo al basale e fallimento nel rimanere in remissione virologica sono stati associati ad un aumentato rischio di carcinoma epatocellulare. ( Xagena_2010 )
Papatheodoridis GV et al, J Hepatol 2010; 53: 348-356
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